
PARTITA IVA
1️. Cos’è la Partita IVA e a cosa serve
La Partita IVA è un numero identificativo fiscale individuale rilasciato dall’Agenzia delle Entrate (l’autorità fiscale italiana) per lo svolgimento di attività professionali o imprenditoriali in modo abituale e continuativo.
📌 Se fornisci servizi o vendi beni in modo regolare e ottieni un reddito da tale attività, sei obbligato ad aprire una Partita IVA.
🛠️ A cosa serve la Partita IVA
Ti consente legalmente di:
• Emettere fatture (fatture elettroniche) a clienti e aziende.
• Gestire attività commerciali: negozio, vendite online (Etsy, Amazon, eBay, Shopify).
• Fornire servizi (riparazioni, pulizie, traduzioni, informatica, consulenza).
• Lavorare come freelancer in progetti internazionali.
• Svolgere attività artigianali (artigiani: costruttori, tecnici, parrucchieri, ecc.).
👉 Senza Partita IVA puoi lavorare solo:
in forma occasionale tramite prestazione occasionale (entro €5 000 l’anno).
con un contratto di lavoro (subordinato); oppure
📘 2. Quadro giuridico di riferimento
• Codice Civile, art. 2222 – definisce il lavoratore autonomo.
• DPR 633/1972 – disciplina l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto).
• Legge 190/2014 – ha introdotto il regime forfettario (regime fiscale semplificato).
• D.Lgs. 81/2015 – Jobs Act – chiarisce la differenza tra lavoro subordinato e lavoro autonomo.
⚖️ Confronto: Partita IVA vs Lavoro dipendente
| Criterio | Lavoro dipendente (Contratto) | Partita IVA |
| Reddito | Stipendio fisso (busta paga) | Guadagni in base ai clienti |
| Tasse | Trattenute dal datore di lavoro | Versate direttamente dal professionista |
| INPS | Pagati dal datore di lavoro | A carico del lavoratore (Gestione Separata / Artigiani) |
| Ferie / malattia | Disponibili, pagate da datore o INPS | Non previste (se autonomo) |
| Stabilità | Più alta (contratto e tutele) | Più bassa, dipende dai clienti |
| Orario / organizzazione | Stabilito dal datore di lavoro | Piena autonomia |
🏷️ 3. Forme e tipologie di attività con Partita IVA
🔹 3.1 Libero professionista
🔹 3.2 Ditta individuale
🔹 3.3 Società
👨💻 3.1 Libero professionista
Il libero professionista è una forma di Partita IVA per chi svolge un’attività intellettuale o professionale senza costituire un’impresa.
• Adatto a chi fornisce servizi più che beni.
• Non richiede iscrizione alla Camera di Commercio (a differenza della ditta individuale).
• Soluzione semplice per freelance, consulenti e specialisti.
📂 Tipologie di attività professionale
1. Professioni senza ordine
Esempi:
• freelance informatici;
• traduttori;
• marketer e specialisti SEO;
• designer grafici;
• fotografi;
• consulenti (business, HR, finanza).
👉 Per queste attività è sufficiente aprire la Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate.
2. Professioni con ordine
Esempi:
• avvocati (Ordine degli Avvocati);
• ingegneri (Ordine degli Ingegneri);
• medici, dentisti, infermieri (Ordine dei Medici);
• architetti, notai, psicologi.
👉 In questi casi è obbligatoria l’iscrizione al relativo ordine professionale.
I contributi non si versano alla Gestione Separata INPS, ma alle Casse Professionali,
ad esempio:
• Cassa Forense (avvocati);
• Inarcassa (architetti e ingegneri);
• ENPAM (professioni sanitarie).
⚖️ Regimi fiscali per il libero professionista
a) Regime Forfettario (regime semplificato)
• Reddito fino a €85 000 l’anno.
• Imposta:
– 5% per i primi 5 anni (attività nuove);
– 15% dal sesto anno in poi.
• Nessuna IVA da addebitare; nessuna contabilità complessa.
• Un’unica dichiarazione annuale.
• Contributi INPS – Gestione Separata (≈ 26,07%).
📊 Cos’è il “coefficiente di redditività”
Nel regime forfettario le imposte non si calcolano sull’intero fatturato, ma solo su una parte di esso, definita dal coefficiente di redditività (valore percentuale legato al codice ATECO).
Rappresenta la quota del fatturato che lo Stato considera “profitto netto” dopo spese presunte.
📌 Punti chiave
1️. Nel forfettario non puoi scaricare le spese reali (come nel regime ordinario).
2️. Si applica un coefficiente fisso → lo Stato presume spese standard.
3️. Più basso è il coefficiente, più favorevole è il regime.
• Esempio: nel commercio (67%) l’imposizione è più bassa perché si presumono spese elevate;
• nella consulenza (78%) le spese presunte sono minori, quindi la base imponibile è più alta.
b) Regime Ordinario
Caratteristiche principali
• Nessun limite di reddito (puoi guadagnare €100 000 o €1 000 000).
• Obbligatorio se:
– superi €85 000 l’anno (esci dal forfettario automaticamente);
– l’attività richiede IVA (import/export, grossisti, collaborazioni con grandi aziende).
📊 Tassazione nel Regime Ordinario
1️. IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche)
Scala progressiva:
• 23% → fino a €15 000
• 25% → €15 001–28 000
• 35% → €28 001–50 000
• 43% → oltre €50 000
Addizionale Regionale (1–3%) e Comunale (0,5–1%).
2️. IVA
• Aliquota ordinaria 22%.
• Ridotta 10% (ristorazione, alcuni alimenti); 4% (beni essenziali, libri).
• Si emettono fatture con IVA (fattura con IVA).
• L’IVA a credito (sui fornitori) si compensa con l’IVA a debito (sui clienti).
3️. INPS
Contributi in base al tipo di attività:
• Libero professionista senza albo → Gestione Separata (≈ 26%).
• Artigiani / Commercianti → minimo annuo fisso ≈ €4 200 + % sul reddito.
• Professioni con albo → Cassa Professionale.
📂 Spese deducibili e detrazioni
Nel regime ordinario puoi dedurre le spese reali di attività riducendo la base imponibile.
Esempi di spese deducibili:
• affitto ufficio / studio;
• attrezzature, PC, arredi;
• telefono, internet, energia;
• trasporti (carburante, biglietti);
• pubblicità, siti web;
• servizi del commercialista;
• corsi professionali.
📌 Più spese documentate hai, minore sarà il reddito imponibile.
🧾 Adempimenti e scadenze
• Liquidazioni IVA trimestrali (LIPE)
• Dichiarazione IVA annuale (aprile)
• Modello Redditi Persone Fisiche (entro 30 novembre)
• Modello F24 – per il versamento delle imposte (saldo + acconti 2 volte l’anno)
• Contabilità – registri IVA, libro ricavi e spese
👉 In pratica, gestire il regime ordinario senza un commercialista è quasi impossibile.
✅ Quando il regime Ordinario è vantaggioso
• Se i tuoi ricavi superano €85.000/anno (il forfettario non è più disponibile).
• Se hai spese elevate da dedurre (affitto, acquisti, attrezzature).
• Se lavori con grandi aziende o in import/export (richiedono l’IVA).
• Se intendi far crescere l’attività.
❌ Svantaggi
• Burocrazia più complessa (liquidazioni trimestrali).
• Costi del commercialista: €800–1.500/anno.
• IRPEF elevata ai redditi alti.
• Non sempre conveniente per un freelance con spese ridotte.
Il regime Ordinario è il regime “a pieno titolo” per imprenditori con alti volumi o costi significativi. È più complesso e costoso da gestire, ma consente di dedurre tutte le spese effettive e di lavorare senza problemi con le grandi imprese.
🏦 Contributi INPS per libero professionista
🔹 1. Professioni senza ordine → Gestione Separata INPS
Si tratta delle “libere professioni” che non richiedono iscrizione ad albi (traduttori,
informatici, designer, consulenti, ecc.).
• Aliquota contributiva: 26,07% (aliquota 2025).
• Si calcola sul reddito imponibile (dopo coefficiente forfettario o dopo le spese effettive in ordinario).
• Scadenze di pagamento:
– 1ª scadenza: 30 giugno (saldo + 1° acconto).
– 2ª scadenza: 30 novembre (2° acconto).
– Talvolta una 3ª scadenza a gennaio dell’anno successivo.
• Strumento: modello F24 (home banking o tramite commercialista).
📌 Importante: in Gestione Separata non ci sono minimali — se il reddito è 0, versi 0. Ma è uno svantaggio per chi desidera una continuità contributiva (contributi).
🔹 2. Professioni con ordine → Casse Professionali
Sono le professioni “ordinistiche” (avvocati, medici, architetti, ingegneri, ecc.).
• I contributi si versano alle Casse di Previdenza Professionali, non all’INPS.
• Le aliquote variano, ma in genere prevedono:
– un contributo minimo annuo (≈ €2.000–4.000, anche con reddito zero);
– una percentuale sul reddito (15–20%).
📌 Importante: anche se non guadagni nulla, il minimo è dovuto.
🔹 3.2. Ditta individuale
La ditta individuale è una forma di attività economica in Italia adatta a chi opera nei
seguenti settori:
• commercio (negozio, e-commerce, Amazon, eBay),
• artigianato (artigiani: edilizia, idraulica, impianti elettrici, servizi estetici),
• produzione (panifici, bar, piccole officine).
👉 A differenza del libero professionista, questa attività non è di tipo puramente intellettuale: comporta prestazioni manuali o la vendita di beni.
🏢 Registrazione
• Obbligatoria presso la Camera di Commercio (Registro delle Imprese).
• Contemporaneamente occorre:
– aprire la Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate,
– iscriversi all’INPS (gestione Artigiani o Commercianti),
– in alcuni settori — all’INAIL (assicurazione contro gli infortuni sul lavoro).
• Di norma, la procedura è gestita da un commercialista.
📌 Costi iniziali: circa €150–250 per la registrazione + onorario del commercialista (€50–150).
💶 Tasse e regimi fiscali
Come per il libero professionista, anche la ditta individuale può operare con due regimi:
1. Regime forfettario (semplificato):
• limite di ricavi: €85.000/anno;
• imposta: 5% (primi 5 anni), poi 15%;
• senza IVA;
• contabilità semplificata (niente contabilità complessa).
2. Regime ordinario:
• nessun limite di ricavi;
• tassazione IRPEF a scaglioni progressivi (23–43%);
• con IVA;
• possibilità di dedurre le spese effettive (affitto, acquisti, trasporti, pubblicità);
• è richiesto un commercialista.
🏦 Contributi INPS (Artigiani / Commercianti)
A differenza della Gestione Separata per i liberi professionisti, qui si applicano
contributi minimi fissi, dovuti anche in assenza di reddito:
• minimo ≈ €4.200/anno (2025);
• se il reddito supera una certa soglia (~€17.000), si aggiunge una percentuale supplementare (≈ 24%);
• pagamento trimestrale (tramite F24).
📌 Questo è il principale svantaggio della ditta individuale in caso di reddito incerto: anche senza clienti, è obbligatorio versare il contributo minimo INPS.
👥 Dipendenti
• Una ditta individuale può assumere personale (assunzioni).
• I dipendenti devono essere registrati presso INPS/INAIL, con pagamento di stipendi e contributi.
• Il datore di lavoro deve rispettare il CCNL di riferimento.
📂 Obblighi dell’imprenditore
• Emettere fatture.
• Tenere il registro dei ricavi e delle spese (obbligatorio in regime ordinario).
• Versare puntualmente imposte e contributi.
• Pagare il diritto annuale alla Camera di Commercio (~€50–150).
✅ Vantaggi
• Possibilità di svolgere attività commerciali e artigianali (non consentite al libero professionista).
• Facoltà di assumere dipendenti.
• Iscrizione ufficiale alla Camera di Commercio (maggiore affidabilità verso clienti e partner).
• Nel regime forfettario è conveniente per redditi modesti.
❌ Svantaggi
• Contributi INPS obbligatori (~€4.200/anno minimo, anche senza reddito).
• Maggior burocrazia rispetto al libero professionista.
• Diritto annuale alla Camera di Commercio.
• Nel regime ordinario → contabilità complessa; è necessario un commercialista.
🔹 3.3. Società
La società è una forma giuridica adatta ad attività di media o grande dimensione,
quando:
• si lavora con soci o partner;
• servono investimenti;
• si intende assumere dipendenti;
• il fatturato è elevato e non gestibile con una semplice Partita IVA.
📌 La registrazione avviene nel Registro delle Imprese (Camera di Commercio) tramite notaio.
🔹 Tipi di società
1. S.n.c. (Società in nome collettivo)
• Società di persone a responsabilità illimitata.
• Tutti i soci rispondono illimitatamente con il proprio patrimonio personale.
• Le decisioni si prendono congiuntamente.
• Adatta a piccole imprese con alto livello di fiducia tra i soci.
👉 Svantaggio: i debiti della società = debiti personali dei soci.
2. S.a.s. (Società in accomandita semplice)
• Prevede due categorie di soci:
– Accomandatari → responsabilità personale illimitata;
– Accomandanti → responsabilità limitata al capitale conferito.
• Utilizzata quando alcuni soci investono capitale, mentre altri gestiscono l’attività.
3. S.r.l. (Società a responsabilità limitata)
• Equivalente a una società di capitali con responsabilità limitata.
• I soci rischiano solo il capitale conferito (minimo €10.000).
• La forma più comune per imprese di media dimensione.
• È un soggetto giuridico distinto dai fondatori.
• Adatta per attività con dipendenti, fatturato rilevante e rapporti con banche o investitori.
✅ Vantaggi: responsabilità limitata.
❌ Svantaggi: costi di gestione più elevati (notaio, commercialista, bilanci).
4. S.r.l.s. (Società a responsabilità limitata semplificata)
• Versione semplificata della S.r.l., per start-up e giovani imprenditori.
• Capitale sociale minimo: da €1 a €9.999.
• Costi notarili ridotti e gestione più semplice.
• Buona soluzione per chi avvia un’attività con soci e basso capitale iniziale.
📊 Tassazione delle società
• IRES (imposta sul reddito delle società) → 24% sull’utile.
• IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) → circa 3,9% (varia per regione).
• IVA — come nel regime ordinario.
• INPS → varia in base al ruolo (soci, amministratori, dipendenti).
📌 A differenza della Partita IVA individuale, l’imposizione sulle società non è progressiva: è una percentuale fissa sull’utile.
📂 Contabilità e adempimenti
• Contabilità ordinaria (doppia scrittura) obbligatoria.
• Bilancio e dichiarazione fiscale annuale.
• Obbligatorio l’intervento del commercialista.
• Costi di gestione: €1.500–3.000/anno (o più).
✅ Vantaggi delle società
• Responsabilità limitata (eccetto S.n.c.).
• Maggiore prestigio e credibilità verso grandi aziende, banche e investitori.
• Scalabilità del business.
• Separazione tra patrimonio personale e aziendale.
❌ Svantaggi
• Costi di apertura e gestione elevati.
• Burocrazia complessa.
• Necessità di notaio e commercialista.
• Capitale minimo richiesto (soprattutto per S.r.l.).
🧾 4. Come aprire una Partita IVA: passo dopo passo
1) Scegli la forma dell’attività
Prima di aprire, decidi la forma che utilizzerai:
• Libero professionista (independent professional)
👉 Per servizi intellettuali/creativi: traduzioni, programmazione, design, consulenza, marketing.
– Registrazione direttamente presso Agenzia delle Entrate.
– Contributi alla Gestione Separata INPS.
– Nessuna iscrizione alla Camera di Commercio richiesta.
• Ditta individuale (sole proprietorship)
👉 Per commercio, artigianato, lavori manuali, bar/caffè, e-commerce, edilizia.
– Iscrizione obbligatoria alla Camera di Commercio.
– Contributi a INPS Artigiani/Commercianti (minimo ≈ €4.200/anno anche a reddito zero).
– Puoi assumere dipendenti.
• Società (S.r.l., S.r.l.s., altre)
👉 Per attività medio/grandi con soci o investimenti.
– Iscrizione tramite notaio nel Registro delle Imprese.
– Tasse: IRES (24%) + IRAP (~3,9%).
– Contabilità complessa, costi di gestione più elevati.
📌 La tua scelta incide su: imposte, INPS, burocrazia, costi e possibilità (ad es. se puoi assumere personale).
2) Scegli un codice ATECO
Ogni attività in Italia ha un codice ATECO. Esso determina:
• il tuo settore esatto di attività;
• il coefficiente di redditività (nel forfettario) usato per calcolare la base imponibile;
• l’aliquota INPS e l’accesso a determinate agevolazioni.
📊 Esempi di codici:
• Traduttore → 74.30.00
• Web designer / programmatore → 62.01.00
• Consulente business/marketing → 70.22.09
• Venditore online (e-commerce) → 47.91.10
• Parrucchiere / centro estetico → 96.02.01
• Impresa edile → 43.39.01
🔗 Verifica codici: ateco.infocamere.it
📌 Importante: un codice errato → imposte errate. È un problema frequente tra i migranti.
3) Scegli il regime fiscale
Decidi come pagherai le imposte:
• Regime forfettario (semplificato):
– Limite di ricavi: ≤ €85.000/anno.
– Imposta: 5% (primi 5 anni), poi 15%.
– Senza IVA.
– Usa il coefficiente di redditività (es. 78% per consulenti, 67% per commercio).
– Adempimenti molto semplici.
👉 L’opzione più vantaggiosa per principianti, freelance e piccole attività.
• Regime ordinario (standard):
– Nessun limite di ricavi.
– IRPEF progressiva (23–43%).
– IVA obbligatoria.
– Puoi dedurre le spese effettive (affitti, attrezzature, trasporti, pubblicità).
– Contabilità complessa; serve un commercialista.
👉 Adatto a fatturati più elevati o attività con molte spese.
4) Registrati presso l’Agenzia delle Entrate
• Compila il modello AA9/12 (per persone fisiche).
• Presentazione:
– di persona allo sportello;
– via PEC (email certificata con firma digitale);
– tramite un commercialista.
• La registrazione è gratuita.
📌 Il modulo deve includere:
• codice ATECO;
• regime fiscale (forfettario/ordinario);
• dati di residenza/domicilio.
5) Iscriviti all’INPS
Entro 30 giorni dall’apertura della Partita IVA devi iscriverti all’INPS.
• Gestione Separata → per freelance senza albo.
• Artigiani / Commercianti → per ditta individuale.
• Cassa Professionale → per professioni con albo (avvocati, medici, ingegneri).
📌 In Gestione Separata non c’è minimo → paghi solo sul reddito effettivo.
📌 In Artigiani/Commercianti il minimo è ≈ €4.200/anno → anche se il reddito è 0.
6) Passi aggiuntivi
• PEC (posta elettronica certificata): email legale obbligatoria.
• Firma digitale: necessaria per le pratiche online.
• QR code del contribuente (da Agenzia delle Entrate).
• Per la ditta individuale — diritto annuale Camera di Commercio (≈ €50–150).
📊 5. Dichiarazioni e pagamento delle imposte
🔹 1. Dichiarazione dei redditi
• Tutti i titolari di Partita IVA devono presentare ogni anno il Modello Redditi Persone Fisiche (ex Unico PF).
• Invio:
– online tramite Agenzia delle Entrate (con SPID/CIE/CNS), oppure
– tramite commercialista o CAF.
• Scadenza: entro il 30 novembre dell’anno successivo a quello d’imposta.
– Esempio: per i redditi 2024, presentazione entro 30 nov 2025.
📌 Nel forfettario la dichiarazione è più semplice: dichiari il fatturato e applichi il coefficiente di redditività.
📌 Nell’ordinario la dichiarazione è complessa: dichiari tutti i ricavi, le spese e l’IVA.
🔹 2. Pagamento delle imposte
Le imposte si pagano in due (a volte tre) rate:
- Saldo (conguaglio dell’anno precedente)
- Paga la differenza tra l’imposta dovuta per l’anno precedente e gli acconti già versati.
- Scadenza: entro il 30 giugno dell’anno successivo.
- Primo acconto (anticipo per l’anno in corso)
- Si paga insieme al saldo (sempre entro il 30 giugno).
- Di solito 40% dell’imposta stimata per l’anno in corso.
- Secondo acconto
- Scadenza: entro il 30 novembre dello stesso anno.
- Di solito 60% dell’imposta stimata.
📌 Se il totale degli acconti è < €257,52, potresti non doverlo versare.
🔹 3. Modello F24
• Tutte le imposte (IRPEF, INPS, IVA, addizionali) si versano tramite F24.
• Modalità di pagamento:
– home banking (la maggior parte delle banche italiane → “Pagamento F24”), oppure
– banca/ufficio postale (solo per alcune categorie).
• L’F24 include:
– il tuo codice fiscale;
– il codice tributo;
– l’anno d’imposta;
– l’importo.
📌 Di solito il commercialista predispone l’F24 e ti invia il file da pagare oppure paga online per tuo conto (con tua autorizzazione).
🚨 6. Sanzioni e responsabilità
La normativa tributaria italiana (DPR 600/1973, DPR 633/1972, Legge 212/2000 – Statuto del Contribuente) prevede sanzioni severe per ritardi e insufficienti versamenti.
🔹 1. Dichiarazione tardiva o omessa
• Se non presenti il Modello Redditi entro il 30 novembre:
– sanzione da €250 a €1.000;
– se era dovuta imposta → sanzione aggiuntiva 120–240% del non versato.
• Se il ritardo è entro 90 giorni → dichiarazione tardiva; puoi regolarizzare con sanzione ridotta (~€25 + % dell’imposta).
🔹 2. Omesso o insufficiente versamento
• Se sotto-dichiari i redditi o calcoli male l’imposta:
– sanzione 90–180% dell’importo non versato;
– interessi legali (attualmente ≈ 5% annuo).
🔹 3. Ritardato pagamento
• Se le imposte sono dichiarate correttamente ma pagate in ritardo:
– 0,1% al giorno per i primi 14 giorni;
– 1,5% fino a 30 giorni;
– 1,67% fino a 90 giorni;
– 3,75% fino a 1 anno.
👉 Si applica il ravvedimento operoso (autoregolarizzazione):
• Se paghi spontaneamente in ritardo, le sanzioni sono ridotte.
• Prima regolarizzi, minore è la sanzione.
🔹 4. Altre violazioni
• Errori nell’F24 (codice tributo, anno, importo errati) → il pagamento può essere inefficace, sanzionato come insufficiente versamento.
• Mancata iscrizione all’INPS → debito retroattivo + sanzioni.
• Lavoratori in nero (in ditta individuale o società) → sanzione €1.800–10.800 per lavoratore.
📎 8. Link utili
• Agenzia delle Entrate – agenziaentrate.gov.it
• INPS – inps.it
• Normattiva – normattiva.it
• Camere di Commercio – unioncamere.gov.it
• Servizi online per Partita IVA: fiscozen.it, flextax.it
Domande frequenti (FAQ)
Posso aprire una Partita IVA senza permesso di soggiorno?
❌ No. I cittadini non UE necessitano di un permesso di soggiorno valido con diritto al lavoro (autonomo, familiare, protezione, ecc.).
Quanto costa aprire una Partita IVA?
o Direttamente all’Agenzia delle Entrate — gratis.
o Tramite commercialista — €50–150 per il servizio.
Devo pagare imposte se non ho guadagnato nulla?
o Libero professionista (Gestione Separata): se reddito = 0 → nessuna imposta dovuta.
o Ditta individuale (Artigiani/Commercianti): il minimo INPS ≈ €4.200/anno è dovuto anche a reddito zero.
Meglio forfettario o ordinario?
o Se reddito ≤ €85.000 e spese basse → forfettario (5–15%).
o Se reddito alto o spese consistenti → ordinario (IRPEF 23–43%).
Mi serve un commercialista?
o Nel forfettario puoi autogestirti (ma è meglio far fare almeno la dichiarazione annuale).
o In ordinario e in società, il commercialista è obbligatorio.
Come si pagano le imposte?
o Tramite F24 (home banking o tramite commercialista).
o In due step: saldo + acconti (30 giugno e 30 novembre).
Posso avere sia Partita IVA che lavoro dipendente?
✅ Sì — è doppio lavoro. Ma:
o devi dichiarare i redditi di entrambe le fonti;
o il carico fiscale complessivo aumenta.
Cosa succede se non presento la dichiarazione?
o Sanzione minima €250 + interessi.
o Se redditi occultati → 90–180% di sanzione sull’imposta non versata.
Serve un conto bancario per la Partita IVA?
✅ Sì. I pagamenti dell’attività devono transitare su conto bancario o Postepay Evolution.
I pagamenti in contanti sono vietati per importi superiori a €999,99.
Come chiudo la Partita IVA se smetto di lavorare?
• Presenta il modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate.
• Chiudi la posizione INPS e, se applicabile, l’iscrizione alla Camera di Commercio.
• Se non la chiudi, continuerai a maturare debiti INPS e sanzioni.

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